Ebbene, lo sapevamo che ci sarebbe stata ed infatti è arrivata.
Una pioggerella autunnale, non forte ma continua e sottile, ha cominciato a cadere stamattina poco dopo la nostra partenza e ci ha accompagnato per qualche ora.
Come ero vestita ? Mantello di lana casentino leggero foderato in misto lino, 3/4 di ruota lungo poco oltre il ginocchio, pellegrina di pelle foderata in lino, che scende oltre le spalle e l’immancabile cappello di feltro da pellegrino. Il risultato è stato soddisfacente, siamo riuscite ad arrivare alla fine della nostra tappa praticamente asciutte. La parte dalle spalle al ginocchio completamente, la parte dal ginocchio in giù umida ma non fradicia; è risultato bagnato solo l’orlo del mantello e la parte inferiore del vestito di lana pesante.
La pellegrina ha fatto “effetto gronda” facendo scivolare via l’acqua dalle spalle, senza bagnare il mantello e questo ha provveduto a mantere il calore corporeo; grazie al fatto di essere foderato crea un effetto anti dispersione per cui il lino trattiene il calore ed impedisce il passaggio all’ umidità raccolta dalla lana.
Il cappello di feltro, indossato sopra il cappuccio di pelle, ha assorbito la maggior parte dell’acqua e spero riesca ad asciugarsi per domani. È stato la scoperta più interessante della giornata; quando piove va indossato al contrario, la parte con la tesa messa davanti protegge il viso come un piccolo ombrello e la parte rialzata dietro fa scolare l’acqua direttamente sulle spalle della pellegrina.
Il confronto col moderno; il peso.
Tutta questa roba si appesantisce in maniera incredibile, rallentandone e impacciando inevitabilmente i passi ed i movimenti, soprattutto se si alza un po’ di vento. Gli indumenti tecnici moderni hanno ormai un peso irrisorio, togliersi di dosso tutti questi strati bagnati significa liberarsi di un bel po’ di chili.
Francesca
Anche gli indumenti che indossavo io hanno affrontato egregiamente la pioggia, di taglio similare a quelli di Francesca ma di materiale diverso. Il cappuccio è di loden, foderato dello stesso panno di lana in cui è fatto il mantello, a sua volta foderato di seta. Questa fodera, più leggera del lino, si è dimostrata ottima anche come barriera contro il vento. Se non penetrava attraverso gli abiti, il vento però rallentava la marcia facendo avvolgere la parte inferiore dell’abito attorno alle caviglie ostacolando notevolmente il passo.
Infine, io sto portando il cappello “alla rovescia” quasi fin dall’inizio, mi pare che protegga meglio un po’ da tutte le situazioni meteorologiche.
Marina