Il cammino che seguiremo è il “Camino francés”, che se è il più famoso, non è certo l’unico a condurre al sepolcro dell’apostolo.
Francese perché è quello a cui conducevano le vie che attraversano la Francia, i “Chemins de St. Jean de Compostelle en France”di cui tra l’altro proprio quest’anno cade il ventennale dell’iscrizione nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
Quattro erano questi percorsi (o per lo meno quelli principali), che prendevano il nome dalle località da cui prendevano avvio, ed erano scandite da importanti santuari.
Quella più settentrionale, la via Turonense, era legata a Tours, la città di cui era stato vescovo San Martino. Seguiva la via Lemovicense o di Limoges e poi la via Podense, ovvero di Puy. Tutte si riunivano a St. Jean-Pied-de-Port e varcavano i Pirenei verso Roncisvalle.
Dal sud arrivava la via di Saint-Gilles o meglio Tolosana o ancora d’Arles, che era anche quella percorsa dai pellegrini che giungevano dall’Italia. Il valico verso la Spagna era quello del Somport (Summus Portus). Attraversati i territori aragonesi, si congiungeva al Camino francés all’altezza di Puente de la Reina.
Ancor oggi la parte francese è costellata da chiese ed abbazie che ricordano quei tempi e già prima di partire Marina sogna di percorrere prima o poi quelle tratte. In fondo a Saint Gilles e ad Arles c’è già passata, anche se non a piedi e in direzione contraria.
Per ora ci accontentiamo di sapere che Pau, dove ci conduce il prologo del nostro viaggio, si trova sulla via di Puy en Velay.
Nell’immagine: per percorrere il Camino in ricordo di Achille, cosa ci potrebbe essere di più adatto delle scarpe fatte da lui?