Sul luogo del ritrovamento del sepolcro di San Giacomo re Alfonso II fece costruire una piccola chiesa, ingrandita sotto Alfonso III e distrutta in gran parte nel X secolo, quando gli arabi arrivarono fino a Santiago.
L’edificazione dell’attuale cattedrale ebbe inizio sotto il regno di Alfonso VI, per volontà del vescovo Diego Pélaez. L’anno era il 1075, la nuova chiesa doveva essere la sede vescovile. A modello fu presa la cattedrale di San Sernin a Tolosa, tra i maggiori edifici sacri del romanico francese. Il Codex Calistinus nomina come autori della grande costruzione in granito il francese Bernardo il vecchio, definito “un maestro meraviglioso”, il suo aiutante Gasperinus Robertus ed in seguito il “maestro delle cattedrali” Esteban. Nelle fasi finali fece la comparsa Bernardo il giovane, forse figlio di Esteban.
L’ultima pietra fu collocata nel 1122, ma la consacrazione avvenne sei anni più tardi. Nel frattempo Santiago era divenuta sede arcivescovile.
Una nuova fase si aprì nel 1168: il maestro Mateo, il cui nome è legato al Portico della Gloria terminato vent’anni più tardi, realizzò allora anche la cripta.
La consacrazione solenne e definitiva venne fatta dall’arcivescovo Pedro Muñiz all’aprile del 1211 “la mattina del giovedì della seconda settimana di Pasqua”, all’augusta presenza del re Alfonso IX e di suo figlio.
L’aspetto attuale della cattedrale si deve agli ampliamenti successivi, tra il XVI e il XVIII secolo. La monumentale facciata barocca, di Fernando de Casas y Novoa, venne completata tra il 1638 e il 1750.
Puzzle tridimensionale della cattedrale di Santiago de Compostela, dono di un’amica