In testa

Qui parliamo di cosa ci mettiamo in testa noi in questi giorni e soprattutto di quello che, da ora ancor di più, diventerà il mio grande amico: il velo.

Il velo che io indosso è un rettangolo di lino leggero, dimensioni 100 x 120 e non è grande, ci vuole tutto. È stato assolutamente indispensabile sul passo di Roncisvalle che, essendo alto, ha un sole micidiale come sempre in montagna. Anche nei giorni successivi tutto quello che non era coperto dal velo e dal soggolo è stato ben abbrustolito nonostante una crema a protezione 30. Passato qualche giorno, arrivati ad ottobre, è indispensabile la mattina presto per riparare il collo dall’umidità ed ancora più utile quando c’è vento. Il vento col sole alza una polvere fastidiosissima, che si infila dappertutto ed il vento freddo gela il collo e taglia il respiro.                   Ho purtroppo perduto in qualche punto del Cammino il rettangolo più piccolo che era il mio soggolo e spero di poterlo rimpiazzare; al momento la mattina, per proteggere la bocca dall’aria fredda incastro un angolo del velo nella cuffia di Santa Brigida.

La cuffia di Santa Brigida compone, assieme al cappello di feltro a tesa larga, la restante parte di quel che metto in testa. Anche la cuffia resta, secondo me un accessorio indispensabile per asciugare il sudore e raccogliere la polvere, infatti è uno dei capi che lavo quasi tutti i giorni, non riesce mai ad arrivare a sera ancora bianca.

Il terzo ed ultimo pezzo è il cappello di feltro, utilissimo per il sole ma non saprei dire se funziona con la pioggia e, sinceramente, spero di non scoprirlo.

Francesca

Anch’io come Francesca ho portato cuffia di Santa Brigida, velo (un rettangolo di seta) e cappello di feltro.

Concordo sull’utilità del velo per riparare sia dal sole che dal vento, nel mio caso anche il décolleté, in quanto i miei abiti sono più scollati di quelli che sta indossando Francesca.

Una nota sulla pettinatura. I miei capelli sono molto lunghi, oltre la vita. Per velocità finora mi facevo un’unica treccia morbida, che arrotolavo e accomodavo sotto la cuffia. Nel pomeriggio però mi sono generalmente ritrovata con i capelli “esplosi”, per la combinazione tra vento e frizione tra cuffia e cappello. Una situazione ben diversa del muoversi in un accampamento o comunque in uno spazio limitato.

Per i prossimi giorni mi acconcerò con due trecce ben strette e vedremo come andrà.

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