Oggi siamo partite sotto un cielo di un azzurro che più intenso non si può, in una giornata calda come ci si aspetterebbe nel cuore dell’estate piuttosto che al principio dell’autunno.
L’obiettivo di oggi era superare il crinale del rio Arga per scendere poi in direzione di Puente de La Reina, che raggiungeremo domani.
Ma prima ancora dovevamo ritornare sul tracciato del Camino, da cui ci eravamo scostate per arrivare all’alberghetto, e soprattutto trovare un posto per fare colazione e prendere qualcosa per la giornata. Abbiamo trovato un signore gentilissimo che non solo ci ha spiegato la direzione da prendere, ma ci ha anche accompagnato.
Todra era di umore domenicale, per cui sulla salita se l’è presa comoda, assaggiando praticamente tutte le specie vegetali che incontrava sul percorso. Tra i pellegrini che ci hanno superato, anche Rosmarie e Felix, i signori svizzeri conosciuti la prima sera.
Francesca intanto che ci aspettava ha potuto guardarsi per bene la chiesa di Zaruquiegui. E ripartendo da là, Todra, dopo la solita razione di foto, non si è mosso fino a quando non è riuscito a farsi dare un pezzetto del panino che un signore stava mangiando.
Salendo all’Alto del Pardon eravamo sovrastati dalle grandi pale eoliche che costellano la dorsale fornendo energia al bacino di Pamplona. Arrivando in cima, abbiamo raggiunto uno dei luoghi più fotografati del Camino: le statue metalliche realizzate nel 1996 da Vincente Galbete per l’associazione degli amici di Santiago della Navarra.
Per la discesa ho passato la mano a Francesca, in parte abbiamo deviato per il percorso seguito dai ciclisti, un po’ meno impegnativo, e sempre accompagnate dal sole ardente siamo arrivate a Muruzabal, la nostra destinazione odierna. L’albergue è situato in una grande casa privata, il proprietario adora gli asini e ci ha fatto vedere una foto di lui bambino con i nonni ed un asino dei Pirenei, praticamente un cugino di Todra, che nel frattempo è diventato l’attrazione domenicale per i bambini del paesino.
Mentre noi ce ne siamo andate a fare la doccia, il nostro ciuchino si è rotolato beato sulla terra del cortile, che ho imparato essere il suo modo di togliersi il sudore e forse un po’ di fatica di dosso. La prima volta mi ero quasi spaventata, da bravo topolino di città.
Fermarci in queste piccole strutture ha anche il vantaggio che nella zuppa ci finiscono i prodotti dell’orto e come fine pasto abbiamo avuto le mandorle dell’albero di casa.
Francesca ha espresso l’augurio che Achille ci procuri un po’ di cielo coperto per domani e il nostro ospite interrogato poi sulle previsioni meteo ha detto che è atteso un abbassamento delle temperature. Mi dà da pensare questo filo diretto meteorologico tra quei due, c’era stato un precedente sulla Francigena. Per il momento si è levato il vento, e per noi è ora di dormire.