Oggi il protagonista è giustamente Todra, il “nostro” asino dei Pirenei.
Mentre aspettavamo l’arrivo del bagaglio mancante, che Fabienne è gentilmente andata a prendere per noi all’aeroporto di Pau, abbiamo passato la mattina alla fattoria a rivedere la scaletta delle prime giornate di viaggio e abbiamo prenotato il primo pernottamento. Attimo di brivido: il prato per l’asino c ‘è ma per voi devo vedere… aspettate, mi sembra di no…
Alla fine il posto è saltato fuori, non sarebbe stato un buon inizio se proprio alla prima tappa ci fosse toccato dormire abbracciate a Todra. Quindi domani ci fermeremo a Honto, pochi chilometri fuori Saint-Jean-Pied-de-Port, giusto per rosicchiare qualche chilometro alla lunga tappa che ci condurrà a Roncisvalle.
Il pomeriggio è stato dedicato ad imparare a mettere il basto a Todra – cosa semplice – e a condurlo – cosa meno semplice, più che altro perché per il momento è l’asino a giocare in casa. La lezione era a beneficio soprattutto di Marina, perché Francesca con gli equini ha già avuto a che fare. Da ricordarsi: se lo si vuole far fermare, niente è meglio del “freno a erba”: basta indirizzarlo a bordo strada e lasciarlo brucare. Tecnica da perfezionare ma ce la faremo.
Terminato il primo giretto, rientro a caricare le bisacce. Con un paio di spostamenti tra le nostre cose, abbiamo equilibrato il peso, altra cosa fondamentale di cui dovremo tener conto e abbiamo fatto un altro po’ di strada. In tutto un po’ più di sette chilometri, una lunga passeggiata, in una giornata di gran caldo.
Qualche chiacchierata serale attorno alla tavola con Fabienne e le sue ragazze, non è facile gestire oltre a una quarantina di asini anche maiali, pollame, vacche, pecore, capre e una schiera di cani ed inoltre fare anche attività didattica in fattoria.
Nel menù serale anche il pesto portato da Francesca e le tagliatelle al pino mugo arrivate con Marina, uno insolito abbinamento che però ha funzionato: i profumi del mare ligure che incontrano gli aromi altoatesini.
Quanto a noi, per fortuna domani si parte perché cominciamo già a sviluppare la dipendenza da Roquefort.
La fattoria di Bibane ci mancherà, ci siamo trovate bene! Se siete curiosi: www.bibane.fr